Etiopia, la sua identità storica

L’Etiopia è il primo Stato africano ad essersi formato e vanta un’identità ormai plurimillenaria. I colori della sua bandiera sono stati adottati come simbolo da molti Stati africani durante le loro lotte di indipendenza e sono conosciuti oggi come i colori panafricani; inoltre come paese offre tantissimo, questa volta ne sottolineiamo gli aspetti storici della parte nord. E’ un viaggio in un Africa che sorprende, avendo una forte connotazione culturale orientata verso il Cristianesimo Copto, numerosissime sono state le chiese visitate e i monaci incontrati, alcune raggiungibili solo dopo impervie salite lungo sentieri tra le rocce, che tuttavia ripagano la fatica con splendidi e ben conservati affreschi religiosi di alcuni secoli fa. Abituatevi alla costante presenza della croce, di legno o metallo, l’una diversa dall’altra, con fogge sempre più ardite. L’unico parco nazionale visitato è stato quello del Siemen, territorio dei babbuini gelada, unici al mondo con una lunga chioma leonina ed un cuore rosso sul petto. Paesaggi mozzafiato hanno fatto da contorno a tutto il nostro viaggio, lunghe strade sterrate che salgono e scendono in numerosi tornanti, ormai sbiadite opere ingegneristiche dell’epoca italiana. Gli etiopi sono un popolo di razza nilotica, scuri e longilinei, accoglienti come tutti i poveri del mondo, agricoltura e pastorizia sono la loro fonte di sostentamento. Tutto il cibo prescinde da un alimento, l’ injera, un pane morbido ricavato dal tef, cereale proprio dell’altopiano etiope: al quale vengono abbinati fagioli, lenticchie, carne, riso e salse piuttosto piccanti, tuttavia è facilissimo reperire un piatto di pasta, a volte accettabile. Tanta polvere, un tempo quasi sempre incerto ma non ha piovuto quasi mai, clima prevalentemente secco in questa stagione (marzo).
1° GIORNO: il volo per Addis Abeba è mezzo vuoto, prendo due posti vicino all’uscita di emergenza e mi metto a dormire. Arriviamo all’01:20 di notte, prima di attraversare la dogana è necessario acquistare il visto di entrata, le pratiche sono veloci, i bagagli sono arrivati tutti ed eccoci fuori, odore d’Africa. Engida l’autista ci aspettava con un cartello e ci accompagna in albergo, è di lusso, un 4 stelle, ed è piacevole addormentarsi sulle lenzuola candide.
2° GIORNO: Mi sveglio alle 8, colazione con caffè etiope, pane e marmellata. Me ne vado con Engida a fare delle commissioni per la città, al ritorno in albergo prima di partire cambiamo i soldi nella banca adiacente, io cambio in tutto 600 euro che si riveleranno eccessivi, avrei potuto risparmiare almeno 50 euro in meno, e mi ritrovo nelle tasche due mazzi enormi di banconote, considerate che il taglio più grande è di 100 birr che equivalgono a circa 4 euro!
Il viaggio sulle strade d’Etiopia inizia alle 11:00 in punto, alle 13:15 siamo al monastero di Debre Libanos. Il monastero è nuovo, somiglia ad una qualsiasi chiesa della periferia romana: il monaco ci illustra le vetrate colorate con animali e personaggi del nuovo e del vecchio Testamento, adiacente c’è un piccolo museo con diversi paramenti sacri e oggetti, anche qualche fucile delle varie guerre del secolo scorso che hanno lacerato questo paese. Una guardia armata di AK-47 ci accompagna fin su alla grotta del santo Tekla Hamainot, riconoscibile poiché viene sempre raffigurato con una gamba sola, sono circa 15min di sentiero in salita. La grotta non è nulla di eccezionale, e tra l’altro il monaco custode per mostraci il libro sacro ed un’altra stanza ci chiede 20 euro….lasciamo perdere e ce andiamo. A 10min d’auto da Debre Libanos pranziamo in un ristorante, dove entusiasti assaggiamo la prima injera con carne, inconsci che a breve l’injera la ritroveremo ovunque. Ripartiamo alle 15:30 e arriviamo a Debre Markos alle 19:45, ci sistemiamo in un albergo modesto senza infamia e senza lode. Il paese è molto silenzioso, mangiamo in albergo una pessima bistecca che piuttosto era carne tritata assemblata e rimaniamo fuori a chiacchierare e a bere le prime birre Saint Georges.
3° GIORNO: Appuntamento per la partenza alle 08:00 destinazione Bahir Dar dove arriviamo alle 13:00 compresa una sosta caffè a metà strada e in un villaggio dove vendono delle appariscenti ceste di vimini rivestite con pelli di vacca. Pranziamo in un albergo, ci arrangiano a dormire in stanze triple piuttosto fatiscenti e puzzolenti dove il terzo letto non è altro che una branda mal ridotta. Alle 14:30 si parte per le cascate del Nilo Azzurro che distano 1 ora per 30 km di strada sterrata, poi prendiamo una barchetta che ci traghetta sull’altra sponda del fiume Nilo, poi una passeggiata di 10min che ci porta proprio sotto alle cascate, mentre se si rinuncia alla barca le cascate si possono ammirare solo da lontano. La guida che ci accompagna, invece, forse non è necessaria perché il sentiero è facilmente individuabile. Le cascate sono imponenti con una notevole portata d’acqua e un salto di almeno 60m, a pensare che fino a 20 anni fa erano lunghe il triplo, poi ridotte in seguito alla costruzione di un sistema di dighe. Al ritorno all’albergo organizzo l’escursione al lago Tana per domani, i prezzi sono 20 euro con barca grande e più veloce, guida e lunch box, mentre se si sceglie la barca piccola, praticamente una lancia, sono 10 euro. All’unanimità prendiamo l’opzione migliore, che oltre a ridurre i tempi offre sicuramente maggior sicurezza, anche perché le acque del lago nel pomeriggio si agitano parecchio. Ci ritroviamo per la cena alle 20:00, poi a far bagordi in dei locali notturni come il “Balageru cultural club” dove in una stanza affollatissima alcune ragazze locali ballano la tipica danza etiope che è tutto un movimento di spalle e seno, c’è anche una discoteca più tradizionale, scoprendo che la vita notturna in questo
paese è molto animata. Sulla strada del ritorno, mi fermo a chiedere i prezzi delle stanze di alcuni alberghi sul lungolago, e scopro che il un altro albergo offre lo stesso prezzo per una qualità di stanze nettamente superiore, così decidiamo che domani ci trasferiamo qui.
4° GIORNO: Partenza alle 07:00 con barca grande e un carico di panini sbriciolati con frittata e formaggio, banane e acqua per tutti. Dal molo dell’albergo ci vogliono 3 ore abbondanti di navigazione sul lago fino all’isola di Dek, dove arriviamo alle 10:30 per visitare la chiesa di Narga Selassié e ripartiamo alle 11:00. Dopo altre due ore, alle 13:00, sbarchiamo sulla penisola di Zege, qua visitiamo la chiesa di Beta Mariam e la stanza-museo adiacente, dove il monaco ci mostra il primo libro antico di una lunga serie. Con una passeggiata in campagna di 40 min arriviamo alla chiesa di Ura Kidame Meret, anche qui c’è un minuscolo museo annesso. Una mia considerazione: le tre chiese visitate si assomigliano moltissimo, anche la qualità dei dipinti è la stessa, quindi, compiere 5 ore noiose di navigazione per andare e tornare dall’isola di Dek, sono eccessive, potreste valutare l’ipotesi di tagliarla. Da Ura Kidame Meret scendiamo verso il lago in un sentiero con numerose bancarelle, qua ci imbarchiamo nuovamente e lascio 50 birr di mancia alla guida che ci ha accompagnato nella penisola di Zege. Partiamo alle 15:00 e arriviamo a Bahir Dar alle 16:40 senza poter andare alle sorgenti del Nilo Azzurro poiché le acque del lago sono molto agitate. Appena scendiamo facciamo il trasloco di albergo, il proprietario cerca di scusarsi dicendo che non ha potuto darci le camere dell’ala nuova perché tutte occupate, ma è stato troppo furbo, “seppur al mercante rubare un poco è lecito”. Il nuovo albergo nel rapporto qualità/prezzo è nettamente superiore, inoltre ha un ottimo ristorante dove ceniamo.


5° GIORNO: Partenza alle 07:20 e arrivo a Gonder alle 11:40, con diverse soste per foto e pausa caffè. L’albergo non è male e le stanze sono pulite e, importante, senza moquette. Ci prendiamo il tempo per pranzare e alle 13:00 partiamo per visitare la città: entriamo al complesso dei castelli con la guida Abebe. Uno dei castelli di Gonder era il quartier generale italiano e la passeggiata tra le rovine ben conservate è molto piacevole, la loro costruzione è datata intorno al 1600 sotto l’influsso portoghese. Dopo i castelli riprendiamo il pulmino per visitare i bagni di Fasiladas, con la grandiosa piscina che durante la festa del Timkat viene riempita d’acqua, poi la chiesa di Debre Berhan Selassié dalla volta dipinta di tanti angioletti e fate caso alla raffigurazione di Maometto, che cavalca un cammello con il diavolo appresso, tutti gli infedeli sono dipinti di profilo. Terminiamo la visita con il museo del palazzo del Negus, era la residenza a Gonder del Re dei Re,
c’è la sua stanza, i bagni, la biblioteca dove sono conservati malissimo dei testi italiani, ne sfoglio uno: “I cereali dell’Africa Orientale Italiana” . Tutto il giro termina alle 16:45. Ceniamo al “Land Market” che salendo si trova nella piazza vicino all’hotel, non male. Poi, anche qua a Gonder testiamo la vita notturna, una birra in una stanza-discoteca.




6° GIORNO: Ore 08:00 partenza, rifornimento benzina e prima sosta al tristissimo Falasha Village, falso villaggio ebraico che si trova a pochi km da Gonder, arrivo a Debark lungo una strada tutta sterrata alle 11:35, qua ci sistemiamo in albergo ed organizzo la visita pomeridiana al parco del Siemen,con guida, 2 scout che accompagnano e una guardia armata del solito AK-47 sovietico. Partiamo dopo pranzo alle 13:30, l’ingresso del parco Siemen è a circa 40min da Debark e poco prima si incontra sulla strada il “Siemen Lodge”. La passeggiata lungo gli altissimi ed incantevoli dirupi del Siemen dura 1 ora e mezza, attraversiamo un prato affollato di babbuini Gelada completamente indifferenti alla nostra presenza, la guida ci mostra vari endemismi di fiori e piante come l’elicriso, la rosa abissina, l’ulivo africano, timo e gelsomino, e, dall’alto avvistiamo un antilope. La mancia per la guida e gli scout è di 50 birr + 25 + 25. Siamo di ritorno a Debark alle 17:30, io sfido dei ragazzi etiopi a ping pong e perdo tutte le partite, e naturalmente offro da bere. Prima di cena salgo in stanza a prendermi una felpa poi a cena, dove mi accontento di un riso al pomodoro.


7° GIORNO: Partenza alle 07:10 da Debark e strada tutta sterrata, polverosa e piena di tornanti fino a Shire dove arriviamo alle 14:00 per il pranzo, frequenti sono state le soste per lavori in corso, ci vuole molta pazienza perché si sale e si scende continuamente. Mangiamo all’Africa Restaurant, è ottimo. Da Shire ripartiamo alle 15:00 per Axum dove arriviamo alle 16:20, la strada è tutta asfaltata e si iniziano a vedere i primi cammelli. Dopo una lunga doccia in stanza, passo il pomeriggio con Efrem, un fact totum dell’Albergo, mi trova una guida per l’indomani, il ristorante e mi accompagna a tagliare la barba. Cena All’AB Restaurant, in centro, poi appena la strada si allarga ve lo ritrovate sulla sinistra, il locale è molto etnico, troppo.
8° GIORNO: Partiamo alle 08:30 e il programma del mattino prevede, nell’ordine: La leonessa di Gobodura, un bassorilievo misteriosamente scolpito su un masso in una zona dove all’intorno ci sono steli incompiute; il palazzo della regina di Saba anche se non originale sembra sia questo il sito dove un tempo era costruito; il parco delle steli di Axum con annesso un bel museo, il biglietto di entrata è cumulativo per tutti i siti. Pausa pranzo alle 12:30 e ripresa del giro alle 14:00 con le tombe dei re Gebre Meskel e Kaleb, dove è in corso l’opera di archeologi tedeschi, e particolare, vediamo come un tempo tagliavano le rocce: due uomini tirano una corda di pelli di capra lungo il masso con l’aiuto dell’attrito della pozzolana. Scendendo scattiamo due foto alla piscina della regina di Saba dove le donne vanno a lavare i panni e ci fermiamo ad ammirare l’iscrizione di Elana, la stele di Rosetta etiope, incisa in tre lingue: greco, geeze e sabeo. Puntuali alle 15:00 siamo all’entrata della chiesa di S.Maria di Sion poiché inizia la processione che per tre volte gira attorno alla chiesa nuova dove è possibile entrare, e dove è conservato e visionabile un libro di 1000 anni fa. Adiacente c’è la celebre cappella dove è custodita l’Arca dell’alleanza, e in fondo la vecchia chiesa di S.Maria di Sion dove l’accesso è precluso alle donne. Il giro pomeridiano termina con la visita della tomba di re Bazen. Siamo al centro di Axum, inizia a piovere e passiamo il pomeriggio allo shopping nei numerosi negozi lungo la via.


9° GIORNO: Partenza alle 09:30 da Axum e arrivo ad Adua alle 10:15, qua sostiamo per 30min al mercato della frutta e verdura, fotografiamo la croce in ricordo dei caduti italiani della battaglia di Adua appunto, e ripartiamo con arrivo a Yeha alle 11:35. L’entrata al tempio della luna costa 50 birr/pax, sono soltanto mura ma in piedi da 3000 anni! Alla sinistra del tempio c’è un piccolo caseggiato bianco che custodisce iscrizioni in lingua geeze e un cimitero.
Dopo il tempio di Yeha sosta pranzo in un motel sulla strada che offre solamente cibo etiope e un piatto di pasta, ripartiamo e dopo un po’ di strada iniziamo a vedere dal basso l’imponenza dell’Amba di Debre Damo, dove arriviamo alle 15:00 dopo esser saliti per numerosi tornanti e intanto minaccia temporale. Prima di arrivare alla fune ci sono 10min di salita molto ripida, quindi siamo sotto, è arrivato il momento: salgono solo gli uomini, le donne non possono vedere il monastero. Vengo imbracato con una corda molto lisa fatta di pelle di capra che comunque assicura una certa sicurezza, e un monaco dall’alto mi tira su ed io mi aiuto con gli appigli, è stato faticoso, sono circa 15m di salita. Alcuni scalini portano in cima all’Amba dove c’è il monastero, tra i più antichi d’Etiopia, e il villaggio dove vivono autosufficienti 200 monaci con gli animali. La discesa da Debre Damo è altrettanto suggestiva ma sicuramente più facile. Ripartiamo ed alle 17:00 siamo ad Adigrat circa 45 min di sterrato da Debre Damo, dove mangiamo un ottima carne cruda.


10° GIORNO: Adigrat, rifornimento viveri per il pranzo in un piccolo market e partenza alle 08:00, prima sosta al vicino cimitero militare italiano, esperienza particolare poiché siamo a migliaia di km, rendiamo omaggio ai nostri caduti in una terra così lontana, molte tombe sono ignote e
soltanto alcune riportano nomi talvolta incompleti. Oggi inizia la visita delle chiese del Tigrai, ed iniziamo con quelle del gruppo Takatisfi. La prima è quella di “Petro e Paulus”, sono le 10:40, costruita in cima ad una rupe si raggiunge attraverso una ripida scalinata fatta con dei bastoni. All’interno sono contenuti preziosi dipinti. Poi a piedi, attraverso campi coltivati, raggiungiamo la chiesa di Mikael Mahelizengi con la volta e le pareti completamente scolpite nella roccia, poi con una passeggiate un po’ più lunga di circa 40 min arriviamo alla chiesa di Medhame Alhem Kesko, ingresso 100 birr/pax, sicuramente è la più bella, senza dipinti ma con straordinari bassorilievi ed un originale sistema di apertura della porta. Alle 13:00 ci fermiamo all’ombra di un eucalipto per il pranzo. Alle 14:40 arriviamo alla chiesa di Kirkos, è la meno stupefacente ma raggiungibile facilmente dalla strada. Al paese di Kirkos ci fermiamo per una sosta caffè e dopo 1 ora e 15min, alle 17:00, siamo al polveroso villaggio di Hawsien dove si fa fatica a credere che ci possa essere un bell’albergo e invece c’è, basta cercarlo. A mio parere, Hawsien è logisticamente perfetto per raggiungere l’indomani le chiese rupestri del gruppo Gheralta, come Maryam Korkor e Abuna Yemata Guh, infatti distano solo pochi km. Comunque a parere unanime del gruppo la giornata di oggi è stata tra le più intense e belle del viaggio, ragion per cui insisto con l’affermare che per le chiese del Tigrai sono necessari almeno due giorni pieni. Mangiamo in un ristorante con poco cibo e ci siamo arrangiati dividendo i piatti che portavano.


11° GIORNO: Per me la giornata più bella, poiché insieme a Salomon saliamo alla famigerata chiesa di Abuna Yemata Guh, raggiungendo un luogo che insieme a pochi altri al mondo, mi ha trasmesso, con il suo incredibile paesaggio e la forte energia spirituale, quel qualcosa, quel brivido che rare volte mi è sceso lungo la colonna vertebrale e lasciandomi per minuti interi nello stupore della contemplazione. Partiamo alle 08:00 e arriviamo in cima alle 10:00, l’ascesa è molto ripida e per un tratto c’è da scalare una parete di roccia di alcuni metri, niente paura perché la guida che avrete con voi vi saprà indicare gli appigli giusti. Arrivati in cima bisogna togliere le scarpe, si procede scalzi lungo uno stretto sentiero con sotto il dirupo e si entra nella chiesa, alla vostra vista compariranno immagini straordinarie: gli affreschi con i nove santi che hanno evangelizzato l’Etiopia, gli apostoli, Abramo, Isacco e Giacobbe, tutti perfettamente conservati grazie anche all’aria molto secca. Ritorniamo giù a valle alle 12:00 e aspettiamo gli altri del gruppo che invece sono saliti a Maryam Korkor. Pranziamo ad Hawsien, carichiamo i bagagli sul pulmino e ripartiamo alle 14:00, sosta alla chiesa di Dugem Selassié, che è sulla strada ma non ci fanno entrare perché è
in atto una funzione religiosa e alle 15:10 arriviamo ad Abram Atshabea, anch’essa sulla strada e molto bella, di un colore ocra accesso. Alle 17:00 siamo a Makallé e ci fermiamo a dormire in un albergo con un giardino che ricorda quello di “Shining” ma fuori città, infatti qua ceniamo, bene ma con porzioni piccole.


12° GIORNO: Oggi è una lunga tappa di trasferimento, partenza alle 06:10 da Makallé e arrivo a Lalibela alle 16:30, le prime quattro ore di strada sono in asfalto, il resto tutto sterrato, e la strada non è mai dritta, ma in continuo saliscendi. Arriviamo a Lalibela sotto la pioggia incessante, e rispetto ad altre cittadine come Axum, Adigrat, Makallé, Gonder, Bahir Dar.... Lalibela è un villaggio, fango e capanne, con ben poche attrattive notturne. Ceniamo al “7 olives”, con un ottimo cibo cosa rara in Etiopia, e abbondante.
13° GIORNO: Controllando il meteo decidiamo oggi di andare alla chiesa di “Yemerhanna Kristos” e domani che non dovrebbe piovere le chiese di Lalibela. Per “Yemerhanna Kristos” si parte alle 09:10 sotto la pioggia con un pulmino 4x4 noleggiato per l’occasione e arriviamo alle 1100. C’è una piccola passeggiata in salita fino alla chiesa, il posto è particolarissimo, una chiesa scavata nella roccia sotto ad un enorme grotta e ci incontriamo con la funzione di un funerale in atto. Ritorniamo alle 14:25 a Lalibela, pomeriggio libero ma piove, e appuntamento per la cena al vicino ristorante “Holy Land”.


14° GIORNO: Oggi è la giornata dedicata alla visita delle 12 chiese di Lalibela, il biglietto di ingresso è cumulativo, la guida è obbligatoria costa 400 birr e 100 birr di mancia agli uomini che guardano le scarpe ogni qualvolta si entra e si esce da una chiesa. La visita del mattino inizia alle 09:30 e termina alle 12:00, iniziamo con il museo sotto la biglietteria, poi le chiese del primo gruppo che sono: Bete Meahane Alem, Bete Mariam, Bete Meskel, Bete Denagil, Bete Debre Sina, Bete Golgota, Bete Uraer, tutte vicinissime tra loro e purtroppo coperte da grossi tendoni fatti mettere dall’Unesco che tolgono tantissimo all’impatto visivo, non è così invece per la chiesa di Bete Georgis, il sito più fotografato d’Etiopia che rimane scoperto, difficile sarà dimenticare questa chiesa dalla pianta a croce greca completamente scavata nella roccia. Pausa pranzo di 2 ore e ripartenza alle 14:30 fino alle 16:30 per la visita delle chiese del secondo gruppo, nell’ordine: Bete Grabiel e Rafael, Bete Merkorios, Bete Emanuel, Bete Aba Father, due di queste sono collegate tra loro dal “Dark tunnel”, fatelo senza luce e vi sarete guadagnati il paradiso. Fortunatamente oggi ha iniziato a piovere al termine della visita, trascorriamo il pomeriggio e a cena nuovamente all’ “Holy Land”, con tempi di attesa infiniti.


15° GIORNO: Oggi giornata di trasferimento con partenza alle 07:00 e arrivo alle 17:00 a Kombolcha, diverse soste lungo la strada per il caffè, il pranzo e al lago Hayk dove c’è un’altra chiesa da visitare, aperta solo agli uomini, ma a noi poco interessa. Il Tekle Hotel di Kombolcha è il più economico del viaggio ed è anche bello.
16° GIORNO: Partenza alle 07:00 da Kombolcha e arrivo ad Addis Abeba alle 16:30, con sosta in un villaggio per foratura e sosta per il pranzo. Ad Addis Abeba andiamo direttamente alla via del mercato per iniziare gli ultimi acquisti, vendono t-shirt, sciarpe, souvenir classici. Ceniamo in un tipico ristorante e ce ne andiamo a dormire, per l’ultima notte in terra d’Africa.
17° GIORNO: In programma ci sono i 2 musei più importanti di Addis Abeba, quello nazionale ospitato nell’ex palazzo imperiale del Negus e se avete letto il libro di Kapucinsky troverete molti suggestivi riferimenti, anche se, senza luce elettrica, è grande e con molti oggetti da mostrare. Il museo etnografico invece dovrebbe contenere Lucy, ma quello che è l’anello mancante della nostra specie umana, in questo momento è negli Stati Uniti, tuttavia è una visita molto interessante poiché il museo è ricco e pieno di oggetti preziosi ben custoditi. Dopo ci disperdiamo in gruppetti per l’ultimo giro di shopping lungo Churchill Avenue, molti negozi sono chiusi perché è domenica ma appena ci vedono aprono senza problemi. Sono rimasti pochi birr in tasca, vado a riposarmi nel comodo e pulito letto delL’albergo, sistemo la borsa e alle 20:30 c’è l’appuntamento
con Engida, che prima ci accompagna a cena poi in aeroporto. Siamo in aeroporto, un lungo abbraccio per salutare Engida, spero proprio di incontrarlo di nuovo. Poi solite operazioni di chek- in e controlli vari, quindi ritorno a Roma il mattino dopo.
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